Secondo una recente analisi della Coldiretti sul Dossier realizzato dal Ministero delle Politiche Agricole, molti paesi impediscono l’accesso ai prodotti italiani nei loro paesi.
La motivazione è il rischio della diffusione di malattie e parassiti delle piante ma che non trovano spesso riscontro nella realtà e coprono invece politiche protezionistiche.
L’Italia è il secondo produttore mondiale di mele e kiwi, ma non può esportarli in molti paesi asiatici: come Tailandia, Vietnam, Taiwan e Giappone.
Molti produttori sono in attesa di riscontri per il via libera all’export di pere e mele in Sud Africa ed in Cina e per gli agrumi in Corea del Sud.
La Coldiretti denuncia che in Brasile servono ancora riscontri per l’autorizzazione all’esportazione di susine provenienti dall’Italia nonostante l’Unione Europea abbia siglato l’accordo di libero scambio con tutta l’area Mercosur.
La maggior parte delle limitazioni riguarda la produzione ortofrutticola nazionale che nonostante un valore delle esportazioni di 4,9 miliardi di euro risente pesantemente di questi limiti.
Nel 2018 si è verificato un crollo nell’ortofrutta fresca esportata dell’11% in quantità e del 7% in valore, rispetto all’anno precedente, secondo un’analisi della Coldiretti.
L’aspetto sconcertante di questa vicenda è che mentre i prodotti italiani sono bloccati, molti paesi possono tranquillamente esportare la propria merce nella nostra Penisola.
Come ad esempio la Cina, che con l’esportazione di mele, nel nostro paese ha causato una vera e propria invasione della cimice asiatica
Dazi, Coldiretti: porti chiusi al Made in Italy dal ciliegino al riso
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