Parlando solo di agroalimentare, che è il settore a cui si tende far riferimento quando si parla di Italian Sounding, la CIA Confederazione Italiana Agricoltori afferma che “…a fronte di una produzione nazionale che vanta circa 6000 tra cibi tradizionali e denominazioni di origine, l’Italia porta sulle tavole dei consumatori internazionali non più di 200 “veri” prodotti del Made in Italy.
La reputazione del nostro agroalimentare è ottima, per la stragrande maggioranza degli stranieri “un must”, ma la cifra mossa dall’export è di quasi 37 miliardi di euro rispetto a un potenziale di almeno 70 miliardi. In sostanza, un paniere molto limitato di prodotti copre oltre il 90% del fatturato complessivo, che per 24 miliardi di euro è generato addirittura da scambi con le sole nazioni di Germania, Francia e Regno Unito…”.
Numeri che devono far riflettere le imprese italiane che esportano sulla reale necessità di uno strumento di internazionalizzazione sostenibile e di promozione culturale di dettaglio sull’essenza e sulle peculiarità dei nostri prodotti italiani, non fermandoci come sempre al settore agroalimentare, ma andando oltre, a promuovere l’eccezionale abilità italiana in tutti i settori.